Michele Gabriele at White Noise Gallery
Michele Gabriele
Clumsy and Milky: encoding the last quarter of a pose
Curated by Something Must Break
White Noise Gallery, Rome
June 7 – July 30, 2018
I tried to show you the best parts of me, the most edgy, composed, winking and generous of futile details, and I turned my silhouette into its own artifact orthogonal essence. Three plans, three quarters, simultaneously. Fractionated segments, carefully selected to make sure you will look at me.
I hoped I could show you only the good, the best, like through a pleasant profile picture, in which I am the image of your admiration, the contemplation of a perfectly-accomplished connotation inside the space of a narrow geometry.
I’m like you imagined. The protruding cheekbones, the winking curves drawn by the compass and concluding in the squared jaw, the edgy nose when viewed from above, the languid and transparent glance,
the newborn’s nothing-patinated colored eyes. The torso slightly turned, a tuft of hair turned between the fingers.
You said you loved me, and now you are disappointed, your heart is broken.
It’s true, they are not as you thought, they are not at all orthogonal, nor appropriately squared. I’m so clumsy, and you’re so beautiful. I wanted to please you, for a moment, a very short time, before everything ended, before disappointing you and then I quickly hid all the rest, so ungainly, milky and inhomogeneous, the last plane of that axonometry that is the pose of a form staggering. But I never lied to you, never. I just wanted to see you speak again of me so proud, openly, and feel connected to me, to the clumsy sensuality that I could not hide between my back and shoulder. Accept me … I’m what you wanted …
(SomethingMustBreak)
ITA
Ho cercato di mostrarti le parti migliori di me, le più taglienti, posate, ammiccanti e generose di dettagli futili, e ho trasformato la mia sagoma nella sua stessa artefatta essenza ortogonale. Tre piani, tre quarti, contemporaneamente. Segmenti frazionati e accuratamente scelti per fare in modo che tu possa guardarmi.
Ho sperato così di poter mostrare solo il buono, il meglio, come attraverso una deliziosa foto profilo, una in cui sono l’immagine stessa della tua ammirazione, la contemplazione di un connotato così perfettamente compiuto nello spazio di una geometria un po’ angusta.
Sono come immaginavi. Gli zigomi sporgenti, le curve ammiccanti disegnate dal compasso a finire sulla mandibola squadrata, il naso affilato se visto dall’alto, lo sguardo languido e trasparente, gli occhi del colore patinato di niente dei neonati. Il busto leggermente ruotato, un ciuffo di capelli girato tra le dita.
Dicevi di amarmi, ed ora sei delusa, hai il cuore infranto.
E’ vero, non sono come credevi, non sono per niente ortogonale, né opportunamente squadrato.
Sono così maldestro, e tu sei così bella. Volevo piacerti, per un momento, un tempo brevissimo, prima che tutto finisse, prima di deluderti e allora ho nascosto in fretta tutto il resto, così sgraziato, lattiginoso e disomogeneo, l’ultimo piano di quella assonometria che è la posa di una forma sconcertante.
Ma non ti ho mai mentito, mai.
Volevo soltanto vederti parlare ancora di me così orgogliosa, apertamente, e sentirti legata a me, alla sensualità goffa che non ho potuto nascondere tra la schiena e la spalla.
Accettami… Sono ciò che hai desiderato…
(SomethingMustBreak)
Link: http://whitenoisegallery.it/en/mostra/clumsy-milky-encoding-the-last-quarter-of-a-pose/