Body Ache by Andrea Barbagallo at Dimora Artica, Milan
Andrea Barbagallo
Body Ache
Dimora Artica, Milan
May 9 – June 13, 2018
Dimora Artica presents Body Ache, an exhibition by Andrea Barbagallo. The show it’s focused on the obsessive reproduction of the human body made through the use of technology. Barbagallo creates a biodegradable microcosm where the artworks can be modified by processes such as decomposition made possible by the temperature alterations, the air, the mould, the seeds, by the contaminations. In this way his works through a ritual process becomes matter of the world, like an electroshock. This process has been inspired also by the old millennialist religion named Cargo cult. Cargo Cult consists on worship objects belonging to the occidental mass society in order to summon their gods and to have consumer goods back. The objects are seen as a fetish, a medium, a bridge in between the material and the spiritual world. The Cloud storage system can be seen as a sacred place where in a similar but opposite process the immateriality of the SLT files becomes the materiality of the 3D printed objects. Through the reincarnation of the technological matter, the divine, the iperuranium and the data’s archives are fundamental. The transformation of the matter has been made starting from the immaterial, from the idea, from the spiritual matrix that, unlike Christ’s body, doesn’t elevates but decays.
Andrea Barbagallo creates biodegradable works that bridge art, nature and technology. Realized with technological instruments, they are anthropomorphic autonomous entities which get in touch with the space surrounding them, producing symbiotic connections with it. By putting a strong focus on materials and shapes, his works give birth to narrations about world and body – two main clues in the artist’s research. The main late exhibitions are Habitativo at spazio Pophouse (Milan), Vendonsi at Casa Novecento (Monza), Lue at Spazio Serra (Milan), 10×10 per at galleria Davide Gallo (Milan).
—
Dimora Artica presenta Body Ache, mostra personale di Andrea Barbagallo (Roma, 1994).
La mostra è incentrata sull’ossessiva riproduzione da parte dell’uomo del corpo biologico tramite strumentazioni tecnologiche. L’artista crea un microcosmo biodegradabile in cui le opere si modificano attraverso processi di decomposizione dovuti alle alterazioni termiche, all’aria, alle muffe, ai semi, alle contaminazioni. Le opere diventano materia che fa parte del mondo con un processo rituale, come un elettroshock, un soffio di vita.
Il modo in cui l’artista riporta in vita gli oggetti in mostra si ispira a pratiche micronesiane e polinesiane, raccolte sotto il nome di Cargocult. Il “Culto del Cargo” consiste nella venerazione di oggetti della società di massa e mezzi di trasporto da parte di società indigene venute in contatto con il mondo oltreoceano, al fine di invocare i propri dei e ricevere da essi beni di consumo. In questo modo gli oggetti diventavano un feticcio, un tramite, il ponte fra materiale e divino. Allo stesso modo il “cloud” si presenta come un luogo sacro dove, in un processo simile ma inverso, l’immaterialità dei file STL diventa materialità di oggetti stampati in 3D.
Nell’incarnazione attraverso la materia tecnologica, concetti come il divino e l’iperuranio si associano a pratiche tecnologiche come l’archiviazione di dati attraverso sistemi cloud. La trasformazione in materia fisica deriva dall’immateriale, dall’idea, dalla matrice spirituale che, a differenza del corpo di Cristo, non si eleva, ma in questo caso decade.
Andrea Barbagallo (Roma, 1994) crea opere biodegradabili che gettano un ponte tra arte, natura e tecnologia. Realizzate con l’ausilio di strumenti tecnologici, sono entità antropomorfe autonome che entrano in contatto con lo spazio, con cui creano connessioni simbiotiche. Grazie a un attento studio dei materiali e delle forme, i lavori danno vita a una narrazione sui temi del mondo e del corpo, spunti fondamentali nella poetica dell’artista. Tra le mostre recenti, Habitativo allo spazio Pophouse (Milano), Vendonsi a Casa Novecento (Monza), Lue allo Spazio Serra (Milano), 10×10 per alla galleria Davide Gallo (Milano).